Dopo aver consolidato il proprio rapporto con il figlio, il marito ed eventualmente aver affrontato altre gravidanze, quando ormai l'equilibrio si è ristabilito ecco che arriva il periodo puberale ed adolescenziale (inizia verso i 12 anni, in alcuni casi ancor prima...) e si iniziano a riscontrare cambiamenti di comportamento del figlio che diventa sempre più difficile da gestire.
Quando questi cambiamenti raggiungono degli apici difficili da controllare è bene fermarsi un attimo ed interrogarsi su come l'intera famiglia sta affrontando questo nuovo periodo. Ad ogni cambiamento precede sempre un periodo di stress in cui l'individuo ed il sistema familiare devono assestarsi.
A causa di variabili biologiche, relazionali, e sociali lo stress del cambiamento può diventare ingestibile tanto da richiedere un intervento mirato. Alcune problematiche non affrontate in adolescenza possono poi ripercuotersi sull'intero sviluppo futuro del ragazzo che correrà il rischio di diventare un adulto problematico. Più passa il tempo e più diventa difficile trattare schemi relazionali e di comportamento ormai consolidati.
In adolescenza invece si è più flessibili al cambiamento, ad affrontare i propri problemi e a mettersi in discussione. Affrontare tutto sul nascere significa evitare danni futuri e comunque dare l'opportunità all'adolescente di capire meglio ciò che sta vivendo.
Le contraddizioni, la rabbia, le trasgressioni oppure l'eccessiva timidezza, la passività, la chiusura, sono due facce opposte che hanno in comune la sofferenza, la paura della solitudine e la paura di crescere. Ciò crea disorientamento nei genitori e di tutte le figure di riferimento. Non si sa mai come comportarsi, cosa dire, se lodare o punire...un dilemma vero e proprio.
L'adolescente è come un'eroe che deve affrontare unlungo viaggio fatto di pericoli, insidie, trappole per poi poter raggiungere la meta tanto desiderata: letà adulta.
Una meta che oggi purtroppo viene sempre di più dilazionata nel tempo e il periodo dell'adolescenza (che dovrebbe essere breve) sta diventando sempre più lungo, c'è anche chi potrebbe rimanerne intrappolato a vita.
La relazione con l'adolescente è un momento di sperimentazione globale, in cui il ragazzo può dare libero sfogo ai propri pensieri attraverso diverse modalità.
Il canale preferenziale non è sempre quello verbale poichè i mezzi espressivi secondo me più veri e diretti in adolescenza sono quelli relativi al disegno, alla musica, alla poesia e scrittura. Attraverso l'arte ed i test grafici e del disegno l'adolescente riesce sia ad esprimersi meglio che con le parole sia ad avanzare autonomamente un processo curativo che deve essere ben canalizzato dal professionista.
Posso utilizzare anche sedute di rilassamento, utili per far conoscere meglio le proprie sensazioni corporee ed i propri pensieri più intimi.
Grazie all'esperiernza maturata all'interno delle scuole in materia di Bullismo e gestione dei Conflitti la terapia dell'adolescente può essere mirata verso l'apprendimento di strategie comunicative che limitano l'adozione di atteggiamenti passivi e di rinuncia verso gli altri o atteggiamenti aggressivi.
Imparando a comunicare in maniera assertiva si migliora la relazione con i propri pari e con gli adulti di riferimento limitando l'aggressività o la timidezza; di conseguenza migliora l'autostima e l'inserimento sociale.